Non c’è niente di più magico di un bonsai, espressione di pura ma anche effimera staticità, una pianta che in realtà evolve, cresce, cambia forma e trasuda vita. L’arte del bonsai è antica e giunge dall’oriente, in particolare dalla Cina dove veniva praticata con attenzione e passione. E poi acquisita e trasportata letteralmente in Giappone attraverso i viaggi diplomatici dei vari ambasciatori e degli studenti buddisti di ritorno dalla Cina stessa. Bonsai vuol dire bacinella o ciotola unita al termine piantare, per un concetto semplice quanto naturale ovvero la crescita di una pianta all’interno di uno spazio ridotto. Ed è proprio questo il concetto di bonsai, permettere alla pianta di crescere mantenendo però la stessa forma e la dimensione consueta anche se ridotta. Una pianta dall’aspetto contenuto ma non per questo poco viva e vitale, le sue forme sono disciplinate da rinvasi e potature accurate e certosini. Ma principalmente dalle mani sapienti degli esperti che con calma e rispetto rifiniscono l’aspetto dello stesso bonsai. Un’arte dove la protagonista è la stessa pianta, apparente immutabile ma in realtà espressione di vita, di forza e di energia. Vediamo, dunque, come curare una bonsai.
Cos’è l’arte del bonsai, un po’ di storia
La parola Bon-sai ha origine giapponese dove la tecnica è molto diffusa, ma come anticipato è un’arte che prende spunto dal pun-sai’ cinese. Una metodologia specifica per la crescita delle piante in vaso esclusiva solo di una certa élite, con l’impiego di esemplari locali che venivano cresciuti e potati con estrema cura. Per poi finire come dono speciale, vero e proprio simbolo di lusso e pregio. Durante il periodo Kamakura il Giappone iniziò a emulare molte delle tradizioni culturali cinesi, trasferendole in massa all’interno del suo percorso storico. Compresa l’arte del bonsai che in Giappone si è fusa con il buddismo zen per una pratica che ricerca l’essenzialità, le forme pulite ed eleganti.
La tecnica e le cure costanti garantiscono una crescita continua della pianta anche all’interno di spazi ristretti e contenuti. Come, ad esempio, vasi e ciotole in ceramica dalle forme singolari, abbinata a un percorso preciso di potatura, taglio delle radici e nutrimento che trasmetta un insieme naturale e non artefatto. La pianta deve comunicare una sensazione precisa di pace e di serenità, ma anche di forza costante e di continuità temporale. Ed è questo l’obiettivo dell’arte del bonsai ovvero una continua evoluzione temporale, tanto che molte di queste composizioni possono vantare un percorso storico antico. Con cure e passaggi effettuati da diversi maestri ed esperti che hanno permesso questa longevità secolare.
I tipi principali di bonsai
I bonsai possono contare sulla presenza di moltissime tipologie di piante differenti, molte adatte a vivere in interno altre in grado di sopportare la vita all’aria aperta. Alcune producono fiori altre solo foglie rigogliose di discreta ampiezza, per questo note come latifoglia altre sono parte integrante del gruppo delle conifere. L’incredibile famiglia dei bonsai può contare su moltissime presenze, molte comuni e diffuse altre più rare e preziose. Tra queste alcune spiccano per fama e notorietà.
Ginseng
Il genere Ficus è molto vasto e contempla anche la varietà ginseng anche se il suo termine tecnico è Ficus retusa, ma la somiglianza con l’omonima radice ne ha favorito un cambio di nome. Il formato è contenuto con una parte inferiore molto evidente costituita da radici nodose, contorte e un fusto di colore chiaro e dalla texture vissuta. La parte superiore invece contempla foglie verdi brillanti dal formato ovale. Pianta da interno non ama però l’esposizione diretta al sole e neppure le temperature basse.
Carmona
Un bonsai dal formato contenuto e dalla provenienza orientale infatti il suo nome è Fukien Tea perché giunge dall’omonima zona cinese. Il Carmona è un bonsai da interno che ben tollera la collocazione esterna purché faccia molto caldo, ma l’aria non sia troppo secca. Vanta la presenza di foglie piccole con puntini bianchi sulla parte superiore e della peluria su quella inferiore, e con piccoli fiori stagionali di colore bianco.
Ficus
La famiglia dei bonsai Ficus è molto vasta può contare anche 2000 tipologie differenti e appartiene al gruppo delle piante di gelso. Generalmente quasi tutte vivono e crescono in aree tropicali e vantano la presenza di una linfa lattiginosa, con fiori che crescono all’interno di mini cavità della pianta stessa. Le radici sono ben visibili e crescono direttamente dai rami tanto da immergersi nel terreno al pari dei tronchi stessi.
Crassula
Proviene dall’Africa ed è noto come bonsai Crassula o Portulacaria ma anche come giada nana, con foglie piccole e dall’aspetto carnoso. Il fusto è sottile e dalla consistenza tenera, ma può scurire con l’età divenendo più ruvido. Vive in interno ma non disdegna il calore dei raggi del sole, per questo può soggiornare anche in giardino.
Ginepro
Anche il ginepro può contemplare una vasta schiera di rappresentanti, parte integrante della vasta famiglia delle conifere è un sempreverde con colorazioni che virano dal verde chiaro al blu. La vegetazione giovanile mostra foglie aghiformi che con il tempo si trasformano in fogliame a scaglie, sempre con il supporto di un’adeguata cura e potatura.
Come curare un bonsai
La cura del bonsai richiede attenzioni particolari, quasi giornaliere e non è adatta a mani inesperte ma richiede l’amore e la lentezza dei veri appassionati. Non è comunque un’impresa complessa quella di gestire un bonsai, l’importante è informarsi adeguatamente attraverso tutti i canali disponibili e magari seguendo corsi tematici. Rivolgendo domande e quesiti ai giardinieri di settore così da acquistare l’articolo più adatto alle proprie esigenze, in particolare quelle abitative. La struttura del bonsai è costituita da una base ovvero le radici che si snodano verso un tronco dal formato sempre differente, con tanto di diramazioni e foglie dalla misura ridotta. La parte superiore del bonsai è definita apice ed è l’emblema dell’energia della stessa pianta, per questo deve sempre apparire vitale e presente come elemento di pregio.
Le forme del bonsai possono essere tante e tutte differenti, ad esempio eretto verso l’alto ovvero la forma più comune nota come Chokkan. Seguita da quella più morbida e sinuosa detta informale o Moyogi, per poi assumere quella inclinata o Shakan, oppure inclinata dal vento o Fukinagashi. Quando sono presenti due tronchi di formato differente che si intrecciano si parla di gemelli o madre e figlio (Sokan), mentre se i rami sono alla stessa altezza si parla si scopa rovesciata o Hokidachi. Ma le forme del bonsai sono tante e tutte differenti, ad esempio, con tronco a cascata o semi cascata Kengai / Han-Kengai, ma anche con radici sulla o dentro la roccia con la presenza di una pietra all’interno del vaso stesso (Ishitsuki). Oppure a boschetto noto come Yose-Use, seguito da quello a zattera o Netsunagari fino a Letterati o Bunjin, ovvero con un fogliame presente solo sulla parte alta come alla ricerca della luce.
Posizione e luce
Luce e posizione rivestono un ruolo fondamentale specialmente per il bonsai che vive in casa, che andrà posizionato accanto alla finestra ma non a luce diretta per impedire che perda l’umidità di base utile per il suo benessere. Molte tipologie possono vivere in esterna e anche sotto la luce diretta del sole, ma con la stessa accortezza ovvero una cura costante dell’umidità del terreno. Un’esposizione che dovrà variare in base alla stagionalità, ma il bonsai non è una pianta che ama le aree buie della casa evitando anche le temperature più basse.
Quando e come innaffiarlo
Solitamente va innaffiato una volta al giorno o meglio nebulizzato nelle ore serali direzionando il getto sulle foglie. Il quantitativo varia in base alla tipologia di bonsai e di stagione, ma per valutare correttamente è bene considerare lo stato del terriccio che se bagnato non andrà inumidito. Durante la primavera andrà irrigato il terreno due volte la settimana con un innaffiatoio con soffione sottile così da impedire che il terriccio si sollevi, mentre le foglie andranno nebulizzate delicatamente ogni sera. Nella stagione estiva andrà aumentata la frequenza di irrigazione, anche una volta al giorno valutando ovviamente in base alla tipologia di bonsai e alle indicazioni degli esperti di settore. Con la stagione più fredda le piante andranno irrigate con meno frequenza e preservate all’interno della casa.
Concimazione
La fase dell’irrigazione deve risultare attenta e precisa perché il bonsai spesso si avvale della presenza di un terriccio particolare che potrebbe sollevarsi con facilità. In generale nei vasi è presente un mix di elementi composti da una metà di terriccio costituita da akadama seguita da terriccio universale e, per finire, ghiaia utile proprio per drenare l’acqua. L’irrigazione dovrà risultare calibrata per non far marcire le radici stesse, per questo molti esperti consigliano l’impiego di argilla espansa all’interno dei sottovasi, utile per mantenere inalterata l’umidità delle stesse piantine. Il terriccio più utilizzato è quello ottenuto mescolando metà terriccio universale con un 20% di ghiaia fine, 20% di pomice e 10% di humus. Oppure anche lapillo piccolo cioè mini frammenti solidi di lava con una parte di torba e di terriccio universale.
Per assicurare longevità al bonsai è importante utilizzare un buon mix di fertilizzanti così da avviare e modulare la concimazione, che procederà di stagione in stagione. Gli esperti consigliano sempre di utilizzare l’articolo giusto per le varie tipologie di bonsai, ma in generale per un buon nutrimento del terreno si può impiegare un composto contenente azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). I quantitativi variano in base al periodo, con una presenza maggiore di azoto in primavera più bassa in autunno e più equilibrata in estate. I tre elementi sono utili per il benessere del bonsai ad esempio l’azoto per la crescita di steli e foglie, il fosforo irrobustisce le radici, il potassio si occupa della crescita di fiori e frutti.
Potatura
La potatura è la fase più delicata nel curare un bonsai, quella che imposta e definisce lo stile e la forma dello stesso e che solitamente va effettuata in primavera. In molti casi il bonsaista agisce con decisione eliminando rami e steli così da pareggiare le forme e permettere al contempo una crescita più forte; la primavera è il momento migliore per farlo. Molti botanici esperti agiscono sulla pianta con più frequenza, così da modellarla in base alle necessità della stessa eliminando i germogli di troppo. La pratica non è complicata ma necessita di cure e mani esperte, con l’impiego di forbici pulite meglio se sterilizzate. Una lavorazione lenta e rispettosa in grado di far vivere il bonsai facendo crescere foglie piccole e rami corti. Una guida potrebbe servire così da agire correttamente senza ferire la pianta stessa e proteggendo le parti recise con prodotti specifici utili alla cicatrizzazione.
Eventuale rinvaso
Il rinvaso è un procedimento stressante ma necessario per curare un bonsai, le radici sono in continua crescita ma per preservare il formato il bonsai andrà spostato in una struttura più ampia. In particolare quando le radici stesse inizieranno a cercare spazio, per questo ogni due anni è bene procedere con il rinvaso così da garantire una continua crescita e il nutrimento necessario. Durante questa fase, da effettuare in primavera, andranno sfoltite anche le radici eliminando quelle più spesse senza capillari. Per i bonsai meno giovani il rinvaso andrà effettuato ogni 5 anni, ma con la stessa attenzione e avendo cura di preparare uno spazio adeguato con il giusto terriccio.
Malattie e problemi con i bonsai
Il bonsai è una pianta tenace, longeva ma anche molto delicata che potrebbe subire l’azione termica del caldo o del freddo eccessivo. Ma anche la presenza di malattie come quelle fungine, fino all’azione negativa del riscaldamento ambientale della casa che se troppo elevato potrebbe seccare il terriccio. Inoltre la mancanza di sole potrebbe rivelarsi letale, in particolare per una pianta che vive in interno, ma ogni tipologia di bonsai richiede cure specifiche e attenzioni mirate. Per curare un bonsai è bene non improvvisare ma chiedere supporto agli esperti di settore.
I migliori prodotti per curare un bonsai
Per curare un bonsai è bene acquistare prodotti di qualità chiedendo supporto ai negozi specializzati presenti in zona, oppure acquistando online materiale specifico per la loro sopravvivenza, come ad esempio questo kit di attrezzi utili per la cura della pianta acquistabile su Amazon a 13,80 euro
oppure un acquisto mirato ma necessario come quello della forbice per la potatura, a 29,90 euro che andrà sempre lavata e sterilizzata prima di ogni utilizzo
ma anche terriccio e concime per la crescita
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L’antica arte del bonsai richiede pazienza e serenità, la potatura in particolare permetterà alla mente di immergersi in un percorso fatto di attenzione ma anche di meditazione. In breve tempo curare la pianta si trasformerà in un’azione terapeutica per il benessere della stessa ma anche della serenità personale.
Curare un bonsai non è una pratica adatta ai neofiti della botanica e del giardinaggio, ma è un percorso lento che deve contemplare un approccio rispettoso nei confronti della pianta stessa. Emblema di continua evoluzione e crescita al servizio dei comuni principi di botanica, ma anche di forme e potature imposte dall’uomo. La pianta è il centro, la vera forma d’arte in vita e in costante evoluzione.
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2021-03-23 11:21:18